Sono dodici i nuovi laureati in Terapia Occupazionale del corso di Laurea dell’Università Cattolica del Policlinico Gemelli di Roma che il 20 novembre scorso hanno discusso le tesi presso la Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, Vercelli. I laureandi hanno svolto il giorno precedente la prova pratica abilitante alla professione, mentre il 20 novembre si sono ritrovati nell’Aula Magna situata nel Complesso del Trompone per discutere le tesi. A giudicarli è stata una commissione composta dal professor Emanuele Marzetti, dottoressa Renata Spalek, dottoressa Mara Strazzacappa, Francesco Bergandi, Giulia Mecca, Silvia Morzone, Pier Giorgio Bertucci, Davide De Martinis, Silvia Giordano e Giulia Gallazzi, rappresentanti dell’Associazione Italiana Terapisti Occupazionali (AITO) e Roberto Del Vecchio, rappresentante del Ministero.

Ecco i nomi dei dodici laureati, tra cui troviamo un 110 e lode menzione per l’eccellente carriera universitaria. Alessandra Bordino, Enrico Defilippi, Gaia Ferrari, Marta Fiorina, Samuele Francisetti, Niccolò Ghione, Arianna Greco, Andrea Loiero, Eleonora Moio, Andreea Murariu, Mattia Piazza e Vittorio Vigliano. Vari gli argomenti delle tesi: dagli ultimi studi nel settore della rieducazione funzionale della persona anziana, a quelli del bambino, senza dimenticare casi specifici come la riabilitazione delle mani nei lavoratori del settore orafo di Valenza.

La terapia occupazionale è rivolta a tutti pazienti, dai bambini agli anziani e, avendo come obiettivo la riabilitazione della persona, la aiuta a reinserirsi nelle normali occupazioni dell’esistenza quotidiana. Il corso universitario ha durata triennale e si articola in sei semestri con lezioni frontali e tirocini. “I ragazzi che hanno conseguito il diploma di Laurea – spiega la direttrice del corso Renata Spalek – svolgeranno la loro professione all’interno di strutture sanitarie, socio-sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale e lavoreranno nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici e psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti, utilizzando attività espressive, manuali – rappresentative e ludiche della vita quotidiana”.